Pillole d'Arte

    
Autori   |   Opere   |   Documenti   |   Bibliografia   |   Contatti   |   Esci

 
(Fonte : Fiorentina Primaverile - 1922)

Ilde Donati Della Porta


E' veronese, moglie di Carlo Donati. Seguì prima a Firenze i corsi del Magistero Femminile, poi, tornata a Verona si mise a studiare pittura, all'Accademia diretta da Napoleone Nani. Alla miniatura si è applicata solo di recente, i suoi primi lavori furono dei quadretti a olio. Studiò a Verona la pittura sull'avorio, in questi ultimi tempi caduta in disuso o praticata solo da mestieranti, ha ricevuto dalla sua arte sottile, sensibile, affettuosa una vera riconsacrazione.

Senza varcare i limiti che sono assegnati alla miniatura dal suo stesso carattere di pittura indugiata e tenue, la Donati ha saputo trarla dalla meschinaggine d' un mero giuoco di abilità manuale, innalzandola alla nobiltà e alla verità dell'autentica arte. Alla squisitezza del colorito ella ha unito un raffinato senso della composizione e una visione stilistica tutta intuitiva e piena di naturalezza, accomunando due elementi che cosi difficilmente si armonizzano: la poesia pittorica e la fedeltà al soggetto.
 
Le due figurette, impaginate deliziosamente, per entro i toni chiari degli interni moderni, suggeriscono una poesia affettuosa un po' nostalgica alla Laforgue. Sono talvolta delle vere e proprie liriche, dei poemetti tenui e squisiti, come I due cugini. Vedendo questi quadri minimi, dipinti con una sottigliezza che è pari al senso ideale delle forme, si pensa a Carpaccio, ai più intimi «internisti» fiamminghi, alle miniature persiane e cinesi - eppure essi sono essenzialmente «moderni» e al tutto liberi di qualsiasi preconcetto culturale. Il segreto di questa arte delicata sta tutto nella gentilezza dell'animo di cui è l'espressione. A questo proposito un aneddoto. Una volta Carlo Donati disegnò della moglie un ritratto nel quale ella ravvisò una tal quale idealizzazione delle sue fattezze: allora con garbato tratto di spirito, pieno di amorevolezza, ella scrisse sotto la propria immagine questi versi nel delizioso e arguto dialetto veneto:

Cosa me importa a mi se no' so bela
se go el marito mio che fa el pitore,
el m'à disegnà qua come 'na stela;
cosa me importa a mi se no son bela?

M. T.           

Opere esposte :
 
1. Paola Ojetti (proprietà Ugo Ojetti)
2. Cecilia Buffoni
3. Ritratto d'artista
4. La Contessina Andry

Proprietà del Conte Carlo Palazzoli
5. I due cugini
6. Le mie bambine